Progettiamo sistemi di controllo accessi per definire perimetri, governare i flussi delle persone ed aiutarti a mantenere ordine e sicurezza.
Controllo accessi oggi significa sicurezza applicata alla gestione della mobilità all’interno di una determinata area.
Ogni azienda possiede, al suo interno, una serie di regole, orari e procedure che le consentono di operare in sicurezza.
I sistemi di controllo accessi si pongono l’obiettivo di ottimizzare queste misure, inserendosi armoniosamente in esse ed integrandosi nel sistema di sicurezza.
Progettiamo, installiamo, gestiamo e integriamo sistemi di controllo accessi di ultima generazione.
Un sistema di controllo accessi ben progettato è fondamentale in un'azienda evoluta:
Tutte le nostre soluzioni sono precedute da un sopralluogo eseguito dai nostri tecnici specializzati.
Dopo un’analisi accurata, viene proposto un progetto personalizzato che prenda in considerazione tutte le esigenze del cliente.
Il sistema di controllo accessi può essere integrato con altri sistemi.
La tecnologia NFC si è evoluta da una combinazione d'identificazione senza contatto o RFID (Radio Frequency Identification – Identificazione a Radio Frequenza) e altre tecnologie di connettività. Contrariamente ai più semplici dispositivi RFID, NFC permette una comunicazione bidirezionale: quando due apparecchi NFC (lo initiator e il target) vengono accostati entro un raggio di 4 cm, viene creata una rete peer-to-peer tra i due ed entrambi possono inviare e ricevere informazioni.
La tecnologia NFC opera alla frequenza di 13,56 MHz e può raggiungere una velocità di trasmissione massima di 424 kbit/s.
L'NFC può essere realizzato direttamente tramite un chip integrato oppure tramite l'uso di una speciale scheda esterna che sfrutta le porte delle schede SD o micro SD.
E' alla base di tutti i sistemi di controllo accessi e di timbratura con badge perché è volto versatile e poco onerosa.
il lettore di impronte digitali, chiamato anche 'Fingerprint reader' o 'Fingerprint sensor' , è un dispositivo di identificazione biometrica la cui funzione principale è quella di riconoscere i rilievi del dito attraverso una luce, o tramite sensori elettrici per memorizzarli e identificare in maniera univoca le persone.
La sua validità, come detto, si basa principalmente sul fatto che trovare due impronte digitali identiche è praticamente impossibile.
Ma come funzionano i lettori?
quando i lettori rilevano l'impronta , sono in grado di creare un'immagine digitale per la memorizzazione in un database e associare l'impronta ad una persona o ad un nome. Un algoritmo estrae punti specifici dell'immagine dell'impronta digitale, la trasforma in un codice cifrato che rappresenta ogni persona e viene memorizzato in un database.
Così ogni volta che qualcuno mette il dito su un lettore di impronte digitali la fotocellula scansiona automaticamente i punti specificati e li confronta con il database immagazzinato, accettando o rifiutando l'accesso.
L'applicazione al Controllo Accessi di questa tecnologia è diventata molto comune proprio perché molto sicura e pratica (nessuna password da ricordare e nessun token o card da gestire).
L’uso del riconoscimento facciale per il controllo degli accessi e delle presenze è diventato inevitabile e offre un’esperienza vantaggiosa “touch-free”. Grazie alla tecnologia di deep learning e alle funzioni pratiche, i terminali di riconoscimento facciale di ultima generazione uniscono maggiore sicurezza ed efficienza ottimizzata per il controllo degli accessi e delle presenze, rendendo tutto più semplice che mai.
L’art. 9, par. 1, del GDPR – General Data Protection Regulation vieta, in generale, il trattamento dei dati biometrici. Ammette solo alcune eccezioni: la prima prevede che l’interessato abbia autorizzato il trattamento; un’altra consente l’utilizzo dei dati biometrici solo se necessario “in ambito lavorativo o nell’ambito della sicurezza sociale e collettiva”. Quando il sistema di controllo accessi si basa sul riconoscimento facciale, l’identificazione dei soggetti avviene attraverso la presenza di telecamere intelligenti, dotate di software di video analisi a bordo. Anche per questo tipo di riconoscimento biometrico, il GDPR interviene in maniera restrittiva, stabilendo che è il Garante Privacy che, valutando caso per caso, si esprime in via preliminare per dare il suo consenso all’utilizzo di telecamere così invasive per la privacy di ognuno. Dunque, ancora prima di rendere operative le telecamere con riconoscimento facciale a bordo, esiste l’obbligo, da parte del titolare del trattamento delle immagini (il proprietario della struttura in cui si intendono installare tali telecamere oppure, nel caso in cui il controllo accessi mediante riconoscimento facciale riguardi un luogo di lavoro, il datore stesso), della valutazione di impatto sulla protezione dei dati (D.P.I.A.- Data Protection Impact Assessment), ai sensi dell’art. 35 del GDPR.